Due libri da leggere, insieme
Ti ho chiamata per passare il pomeriggio con me, sul divano, mentre fuori della finestra i colori di un ingenuo tramonto giocano a confondersi e rincorrersi, facendo l’amore in un orgasmo di rosso e viola finché lo scurire da nord non arrivi a mettere a tacere ogni cosa in quel silenzio ammantato di stelle.
Ti ho invitata per leggere insieme, ma non lo stesso libro. Due libri, diversi, com’è giusto che sia e così ci siamo accordati. Siamo lontani in tante cose e nessuno può forzarci ad essere altro da noi. Due copertine diverse, più pagine il tuo meno il mio, io e te mentre giriamo le pagine a tempi differenti, il tuo libro comprato alla Feltrinelli, il mio online. Tutto sembrerebbe dividerci, tranne il fatto che siamo lì ad ascoltare inconsciamente i nostri respiri.
In questo siamo complementari.
Mi ascolti mentre il mio sguardo fugge sulle parole, mentre sono così assorto da dimenticarmi la luce accesa e il vinile, ormai fermo da parecchi minuti. Ti ascolto mentre scruti ogni lettera con quegli occhi così facili da penetrare eppure così dannatamente magnetici, mentre la tua pelle si emoziona nel trovare così risposta alle tensioni e ai sospiri che escono da quel tomo che spaventa per la sua altezza.
Ci accogliamo mentre io sono appoggiato alla spalliera e tu al mio petto, girata su di un fianco, come avessi deciso da tempo di condividere con me quel quadro perfetto che è il tuo profilo e di pretendere che riservassi a te il mio battito e il mio respiro, che ora sono senza affanno. Giro una pagina, ma il paragrafo non è ancora finito. Mi fermo ugualmente per baciarti e mi protendo a te. Tu non distogli lo sguardo dalle descrizioni dell’autore, ma senti la mia presenza, sorridi, ti fai trovare e ricompensi il mio gesto.
Fuori il vento inizia ad alzarsi e le fronde si muovono in armonia, senza far cadere alcuna foglia.
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