Che cos’è l’Amor?!
È San Valentino. E cado anche io nella tentazione di parlare di amore. Non parlerò dell’amore da Baci Perugina, né dell’amore degli amanti e tra gli amati.
Parlerò (meglio: ci proverò a parlare) dell’Amore nel senso più grande del termine. E sulla base di questo Amore, laico ma incredibilmente religioso, vi farò gli auguri!
Ricorderò sempre quando, chiamato a parlare in un primissimo giorno di presentazione in una scuola cattolica a Nettuno, parlai dell’amore per lo studio, legandolo a quell’eros platonico che trova nel Fedro una delle sue più alte spiegazioni:
“Ebbene, il desiderio che irrazionalmente predomina sull’opinione che indirizza verso il giusto, condotto verso il piacere offerto dalla bellezza e vigorosamente irrobustito dai desideri che gli assomigliano e che si rivolgono alla bellezza fisica, avuta la meglio con il suo impulso, prendendo il nome proprio da questa forza (ρωμη), fu chiamato eros” (238c).
Il collegamento con ciò che chiesi agli studenti fu semplice, ovvero quello di avere quella passione, quel desiderio, di conoscere le cose, studiarle, farle proprie, immedesimarsi in esse anche se, all’apparenza, potessero essere così distanti e potessimo, infine, avere impulsi tali da abbandonare lo studio, invocando chissà quale limite o difficoltà.
Cos’è quindi l’amore se non questo desiderio, questa ricerca del giusto a fronte di una contemplazione di una bellezza (anche fisica) e della resistenza a impulsi che altrimenti lo corromperebbero (perché l’amore, quello puro, è responsabile e non anarchico)?
Se questo è Amore, anche l’Agostiniano “Ama e fa ciò che vuoi”, non è un’inno libertino, ma un sacro canto a una tensione infinita verso il giusto, il Bene, che ha in sé la necessarietà etica dell’azione e dell’agire libero e responsabile.
Vi è amore più “leggero”, indubbiamente: l’amore che arde il cuore e le passioni (Paolo e Francesca); che uccide e porta a infiniti dolori (Giulietta e Romeo); l’amore che fa illudere e piangere (Leopardi); l’amore volgare e borioso (D’Annunzio); l’amore eterno finché dura (le storie di una vita) e così via.
Ma se devo farvi gli auguri e quindi farne anche a me, voglio augurarvi di sperimentare l’Amore vero. “L’amor che move il sole e le altre stelle” (Dante Alighieri, Paradiso, XXXIII) possa essere per voi ciò che vi muove a contemplare il Bello oltre la bellezza delle creature, il Giusto oltre la giustizia umana, la Libertà oltre il falso liberismo, la Dignità oltre ai compromessi, il Sapere che dà sapore alla pedante e sterile conoscenza, la consapevolezza di una Verità che è oltre noi che dà senso profondo a ogni agire umano, il Bene dell’altro che chiede di farmi fare un passo indietro nell’affermare il mio, di bene.
Buon San Valentino e che siate innamorati della Vita, del Bello, del Giusto, della Libertà, della Dignità, del Sapere, della Verità e dell’altro, a cui donare il vostro Bene più grande!
Salgo sul Carro del Vincitore dedicandovi anche questa canzone, vincitrice proprio ieri del Festival di Sanremo: anche questo (soprattutto questo) è Amore!
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