Riflessione domenicale
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.1Ts 1, 2-3
Leggendo e meditando questo passo della Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi, mi sono venuti in mente le persone che svolgono un servizio verso la Chiesa universale, molti di queste attraverso l’Azione Cattolica.
Senza rubare il lavoro ai sacerdoti (e investito del Sacerdozio Battesimale), mi piaceva sottolineare come San Paolo connotasse le virtù teologali e come attribuisse a ciascuna di essere una caratteristica non comune, eppure strettamente significativa e pertinente in una comunità (un gruppo) dove il servizio apostolico è all’ordine del giorno.
Definire operosa la Fede – quando in genere si invoca l’esser saldi a riguardo, sapendo quanto il Signore ha fatto per noi nel passato – ci rimanda al Salmo 107, 14a (Con Te noi faremo cose grandi). C’è l’invito a contare sul passato ma per continuare a lavorare per la sua vigna, ad essere operosi senza mai mancare della consapevolezza per la quale offriamo il nostro servizio!
Poi c’è la Carità, dove si avverte la fatica. Bello è sapere che anche il “perfetto” San Paolo capisca la difficoltà del servizio per gli altri e ce la offra alla nostra riflessione. Però quello che spesso può sembrare un limite, un campanello di allarme, un punto di discernimento tra il partecipare o meno, deve essere inserito in un discorso virtuoso, in base al quale la fatica ci sta, è connaturale col servizio fintantoché si misuri anche con la gioia, e il tutto sia incentrato sulla carità. Perché il donare se stesso agli altri per ridare gratuitamente a Dio (Mt 10,8) è carità, che tutto crede e sopporta (1Cor 13, 7) e in base alla quale saremo giudicati (cfr. Mt 25, 40).
Se allora non dobbiamo mai smettere di lavorare nella vigna del Signore (Mt 20, 4), offrendo la nostra fatica a Lui perché la trasformi (Sal 90,17), il nostro futuro di cristiani e di associati in AC abbia l’orizzonte profetico , fermo e stabile della Speranza, per la quale il tempo favorevole è questo (2Cor 6,1) nel quale il Regno di Dio è già tra noi e dobbiamo camminare insieme.
Scusate la predica e buona domenica a tutti!
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