2+2=5
Questo perché i conti non tornano, almeno al momento. Ma ci si è abituati.
Doppio post e parto dagli addendi!
Oggi sono stravolto, dopo una piacevolissima e alcoolica serata con alcuni amici diocesani. Dormivo sul treno e dormo tuttora, dopo tre ore di lezione che pensavo fossero le peggiori della mia vita. Le avrei passate a dormire sulla spiaggia.
Eppure… proprio la spiaggia è stata la mia salvezza, perché l’emozionante e musicale passeggiata fatta pochi minuti prima dell’ultimo caffé e dell’entrata in classe, mi ha svegliato! Musicale, perché avevo in cuffia tutto l’album “Wish you were here” dei Pink Floyd; emozionante perché dà sempre i brividi stare tra in quel sabbioso limbo tra la terra e il mare.
E la serata di ieri è una di quelle serate che (non olo per l’alcool) ti lascia quel sapore in bocca piacevole, dolce come l’amaretto o la panna di un blowjob (NON pensate male, mi raccomando!) ma anche stordente come un Rum o un po’ di buona birra. Perché certe cose ti stordiscono, anche piacevolmente, e ti lasciano lo stomaco a contorcersi cercando di capire che sta succedendo attorno a te, laddove tu sei il protagonista paziente dello scorrrere della tua vita.
E allora i conti continuano a non tornare, perché i dubbi continuano a permanere, così come questo fottuto masochismo da cui non si riesce a fuggire. Eppure c’è sempre quella voglia, recentemente sfiorata, di essere altro e altrove, di abbandonarsi a quello che ora è presente.
Concludo con questa “massima”, composta pochi minuti prima di una recente, modesta ma notevole per la mia staticità disposizionale, pazzia:
Perché anche se non sarà, è; e tanto basta per rendere vissuta una vita finora spesa in continua attesa e in mancata ricerca
Torneranno i conti? Non so, ma non voglio prendere la calcolatrice…
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