Il maestro discente
C’è poco da fare… la cattedra è un luogo dannato, e per tante ragioni. Dannato da un punto di vista politico, sociale e psicologico. In più si aggiunge anche quella componente pedagogica che spesso ti rende vulnerabile nei confronti degli studenti. L’insegnante ha l’amaro compito di essere sempre attivo, presente, vigilante al 100% e sempre competente. Certo, ci si forma per questo, si studia. Perfetto.
Ma la mancanza di abitudine, la stanchezza di parole e concetti che ingannano e sembrano vuoti (e vuota ogni singola parola), ti fanno tremare nella programmazione oraria e tremare di fronte a concetti chiave che li conosci tanto da averci sempre sbattuto la testa e che poi alla fine non riesci a dirli nel modo più semplice possibile.
Non si finisce mai di imparare, è proprio così. Quello che però potrebbe essere positivo, spesso diventa la condanna a non sapere mai appieno le cose o comunque non sufficientemente da essere sereno e pronto a discuterne, a conoscere le intime sfaccettature dei vari argomenti.
Arriverà il tempo, ne sono sicuro… costanza e pazienza… e questo è diventato ormai il motto di una vita intera. Spalle larghe da sopportare questo e altro e via, sulla strada.
Chi commenta