Grigio-blu pontino
Inizio questo nuovo post partendo da ciò che ho in mente, una dolcissima canzone che dedico a chi continua a essere presente, facendosi spazio tra una canzone e l’altra, nel mio personalissimo spazio mentale.
Continuo però quest’articolo, sotto il plumbeo cielo pontino, col treno che simpaticamente si ferma in continuazione.
Oggi due ore (per tre ore di viaggio -.-), due ore dove dovrei iniziare a spiegare e a “portare a casa” qualche pagina di libro, visto che tra una cosa e l’altra di tempo per la didattica ce ne sarà veramente poco.
Il brutto, infatti, delle scuole private confessionali è che si riempiono di attività simil-formative, che spesso sono solo una gran perdita di tempo sia perché vengono fatte un po’ frettolosamente, sia perché, nonostante la grande preparazione, i tempi e le strutture che queste richiederebbero non sono commisurabili rispetto a ciò che la scuola italiana, anche privata, possiede.
Il fatto di pagare una retta, spesso accade anche così, non per forza significa avere poi una scuola con tutte le dotazioni; almeno, nel caso mio non è così!
E qui c’è la vera e propria arte di educare… ovvero fare il posibile, talvolta anche l’impossibile e per i miracoli ci stiamo attrezzando, per far andare avanti una lezione; che poi davanti hai 35 studenti, disabilità non certificate, lavagne piccole, stanze opprimenti, niente multimedialtà, registri magici e così via poco importa. Questo è il tuo lavoro e pazienza se l’Italia è una repubblica delle banane, alla faccia di quello che dice la ministra e i suoi amichetti.
La pedagogia delle società senza scrittura e la querelle, tutta cristiana, del rapporto tra maestro e discente. Ecco le materie di oggi (sperando di riuscire a farle, tra conclusione della lezione precedente e tempo che fugge sempre).
Buona giornata, a me e a voi!
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