Perché
Piango.
Interiormente.
Le lacrime come eco risuonano
e questo riempie il buio in me,
inabile nell’assaporare
nuova luce.
Esteriore.
Che entra e scuote,
libera e giustifica,
sana e benedice.
Nell’intimo.
Balsamo dell’anima e profumo del pensiero,
trincea di salvezza questo sguardo
che mi rivolgi.
Sincera.
L’espressione di chi gioisce dell’insieme
e con innocente malizia ti invita
in un dolce ballo.
Corpo a corpo.
È il nostro muoverci.
Le labbra che vogliono e le mani che plasmano
lo spazio tra di noi.
Vuoto.
Perché pieno dei limiti e dell’impossibile,
della voglia di te che ancora
non sai di essere.
Tu, mia.
Se è nel possesso il mio desiderio,
se è giusto l’averti o avaro il lasciarti.
Libera.
E liberi sono i miei occhi
di osservarti, ancora,
mentre si offusca al pianto
la tua vista.
Sfocata.
Di un desiderio di libertà
e di amore
a me finora negato.
Perché?
Marco Caporicci
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