[titolo censurato]
Se la finitudine e la mortalità siano condizioni esistenziali dell’uomo non penso ci sia da discuterne.
Su come dei coglioni possano incrementare esponenzialmente il limite dell’esistenza (altrui) questo sì che sarebbe da argomentare.
Spesso siamo talmente obnubilati dalle notizie, sempre uguali, delle tante stragi del sabato (ma anche del lunedì, martedì…) sera che forse ci sfugge, nel dettaglio, la gravità della cosa in sé. Ovvero di condurre una macchina (leggasi anche in chiave di potenziale arma mortale) totalmente incapaci di intendere e di volere.
Sia ben chiaro subito che non predico qui il proibizionismo o una falsa e ipocrita visione perbenista. Sono il primo che ha guidato anche avendo bevuto qualcosina ma sempre (e lo ripeto: sempre) avendo il controllo dei propri limiti e ben sapendo il carico di responsabilità che accompagnare amici volesse significare.
Qui parliamo di tre distinte cose, a mio avviso:
- Chi si ubriaca o si droga, perdendo ogni contatto col mondo reale, con le proprie capacità e limiti psicofisici e così via
- Chi è inetto alla guida perché o troppo nervoso o incapace di prendere decisioni in velocità o perché amante del rischio (proprio) e incurante dei pericoli (altrui)
- Tutte e due le cose assieme
Tutto questo per dire cosa?
Lunedì sera stavo per perdere, in un unico incidente, due miei amici e le loro due figlie.
La colpa è di un emerito coglione (non so a quale delle tre categorie di cui sopra può far riferimento) ha ben pensato di cambiare carreggiata sulla Cristoforo Colombo, pensando (….) di essere l’unico al momento – erano le 19.30 di sera – ad attraversarla. Il cambio di carreggiata, per la cronaca, non è avvenuto lungo i ben definiti corridoi bensì approfittando dello spazio di un incrocio, incurante di precedenze, macchine che venivano, vite che si potevano consumare.
“Ho fatto una cazzata, scusa” ha sussurrato l’attentatore al finestrino rotto e allo sportello impossibilitato ad aprirsi di Fabio.
Cazzata? Ti denuncerei per tentato omicidio, coglione che non sei altro!
“Un miracolo” cita l’articolo. Un miracolo ribatto io.
Fabio se la caverà con 30 giorni di riposo (ha due costole rotte e contusioni varie), Chiara dovrà portare il collare per un po’ di tempo, la piccola Delia ha giusto un taglietto all’occhio e l’ancor più piccola Nora è rimasta totalmente illesa.
Grazie Dio per questo miracolo.
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