Solipsismi gastronomici
Metti una sera a cena, in cui sei da solo.
Tu che convivi e sei sposato al momento non puoi capire, devi solo affidarti ai ricordi.
Metti una sera a cena, in cui sei da solo. Hai a disposizione la cucina, tua sposa per una serata. Pochi ingredienti ma tanta fantasia e inizi. La base di verdure è cosa buona e giusta. E via a soffriggere cipolla e aglio in camicia e ad aggiungere ad esso peperoni e zucchine tritate; come aggiunta finale del buon pomodoro pachino.
La scelta della pasta è caduta sulle mezze maniche, adorabili nel contenere un po’ il tritato di verdure. Pasta alle verdure fu il mio primo.
E fu primo e fu secondo, e il cuoco vide che era cosa buona e giusta.
Già secondo… cosa fare?
Uova ci sono, ma che banale rifugiarsi sempre nella solita frittata… e allora? Allora: omelette!
Un po’ di prosciutto, due fette di sottilette… e via.
E fu primo e fu secondo, e il cuoco vide che era cosa buona e giusta.
Come accompagnare questo ben di Dio, veramente venuto su mooooolto buono?
“Ho delle bottiglie in riserva”, penso, “potrei attingere ad esse!” Furtivo salgo sulla sedia, apro l’anta sopra il frigorifero e tra alcune chicche scelgo un ottimo vino portoghese, Domini s’antitola.
Della regione del Douro, nei pressi di Porto, ha 14° di spessore alcoolico e un colore rubino da vendemmia 2004!
E fu primo e fu secondo, pur senza contorno. E il cuoco vide che era cosa buona e giusta.
Ora che scrivo questo post sono di fronte all’ultimo bicchiere di vino, con l’uva che mi accompagna a mò di Caronte digestivo in questa nottata.
Perché fu primo e fu secondo, pur senza contorno, ma con tanto vino attorno. Il cuoco vide che era cosa buona e giusta e mai ci fu così che più gli gusta.
Di godersi una ser in beata solitudine
in cui la cena fu mia sposa e il mio gusto
tant’è che sì appagato fui nel gusto
che di sapor gustai da sol in beatitudine
Chi commenta