καλή τύχη
Ovvero, buona fortuna in Greco.
Con queste parole ho salutato la gente del posto, volti e persone degne di rispetto e cordiali, luoghi e spiagge selvagge ma ospitali.
Ebbene sì, sono tornato dalla Grecia, da questo immenso e incredibile viaggio che mi ha portato due settimane via – ero realmente al di fuori di ogni cosa – dal caos romano e dalla stanchezza accumulata in un anno di lavoro&incazzamento (fatta eccezione della dolce parentesi croata).
L’itinerario da subito prescelto si basava su percorsi esterni al turismo di massa (leggasi italiano) e su una vicinanza alle tradizioni e alle persone di ogni luogo che si andava a visitare. Così è stato, infatti.
Dal momento dell’imbarco, a Brindisi anziché Bari, a quello dell’arrivo, Igoumenitsa anziché Patrasso. Dalla prima tappa, sulle Meteore fino ad arrivare a delle splendide insenature sull’estremo di terraferma bagnata dall’Egeo.
Anche la scelta delle isole, Skiathos dapprima e Thassos in seguito è stata felicissima. La prima, con spiagge da cartolina è forse più turistica della seconda, avendo meno possibilità di muoversi lungo il perigeo tanto da concentrare nella cittadina omonima quanti più turisti possibili.
L’isola di Thassos, invece, è un gioiello verde e azzurro incastonato a nord dell’Egeo.
Riposo e tanto sole… tanto da avere la così ricercata linea dell’abbronzatura! – mischiati a tanta tradizione e religiosità diffusa, nonché a singolari modi di fare e di essere, tali da essere all’estremo. Si passava dall’accoglienza di una signora nella cucina della sua taverna per farci vedere i piatti che poi ci avrebbe servito fino alla strafottenza di alcuni greci che mai e poi mai avrebbero chiesto scusa per esserti venuti addosso e averti rifilato caracche da antologia.
Concludo dapprima linkando definitivamente la pagina nel mio fotoblog dove sono contenute tutte le foto della vacanza in Grecia e infine ringraziando il mio compagno di viaggio, Riccardo, in posa assieme a me manco fossimo i Pink Floyd.
Ce l’abbiamo fatta anche stavolta!
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