Aberrazione continua
Mi riaffaccio in punta di piedi all’uscio di questo blog che, nonostante la mia assenza, vede crescere anche in maniera corposa i contatti (stiamo a più di 7000 ingressi unici… ma, mi chiedo, perché non corrispondono a questi anche ulteriori commenti?), per staccare la spina dai vari post riguardanti la scuola e curiosare un po’, meno dormiente del solito, tra la merd.. melma della società in cui si sta vivendo questa nostra parte di esistenza.
Tutti voi avrete sicuramente sentito le ultime vicende legate allo scandalo Berlusconi – Saccà con le relative intercettazioni. Chi non lo avesse fatto, può sempre andare qui.
Cosa ne esce fuori? Quale giudizio dare a proposito? Cosa dire oltre a quanto già magistralmente espresso da Curzio Maltese su Repubblica.it?
Intanto un profondo senso di nausea. Giudizio sicuramente personale e legato al mio senso morale (ed etico) della politica e dello stato, strettamente connesso al forte valore comunicativo che le tecnologie di massa (leggasi la Televisione, soprattutto se statale) danno.
Poi un modo di argomentare e dialogare veramente infimo e non certo corrispettivo di quel ruolo, o status, loro dovrebbero avere in virtù di incarichi di responsabilità o per mandati popolari.
In una discussione con un amico, durante una sessione di chat, evidenziavo alcuni punti che qui (forse non fedelmente) riassumo:
- Servilismo puro – come è chiaro l’atteggiamento di Saccà che non conosce decenza nel leccare paurosamente il presidente invocando la sua benedizione su palistesti di carattere pluralista e nazionale;
- Collusione stretta tra politica e televisione – come solo nell’epoca pentapartitica si ricordava;
- Revisionismo storico – o almeno probabile: mi riferisco al Barbarossa televisivo trasmesso con il beneplacido del Carroccio e della sua sensibilità e senso della storia;
- Senso di prostituzione – legato al fatto che, dalla messa in video di quella valletta piuttosto che un’altra, sarebbe potuto addirittura cadere il governo, come se il membro di quel senatore della maggioranza potesse avere diritto di voto; inutile dire il ruolo infimo, di prostituzione pura, che viene rivolto alle donne.
Non esce nulla di penalmente rilevante, sia ben chiaro, quanto però (come intuisce giustamente Maltese) il senso di quello che è stata (e che è) la politica odierna in Italia, grazie a figure come un Berlusconi qualsiasi che si permette ancora di comandare.
Attenzione: non sto dando alcun giudizio positivo all’attuale maggioranza. La questione morale che la sinistra ha fortemente portato avanti, quasi a vanto, trova il suo più alto limite in questi giorni, con la totale accidia nei confronti delle riforme e il disprezzo più alto verso dei magistrati, leggasi De Magistris e la Forleo, che stanno toccando la casta dei politici e dei loro più sporchi interessi.
Quello che voglio mettere in evidenza è il punto di non ritorno che i politici attuali stanno oltrepassando. Non ho paura a chiamare le cose col loro proprio nome: se continua così presto l’Italia e gli italiani si incazzeranno seriamente e tutto ciò potrebbe sfociare in una rivoluzione; forse non nel sangue, forse solo sociale o intellettuale, ma non ce la si fa più, come si dice a Roma.
Anche perché quello che più fa crescere il disprezzo e il senso di nausea non è la singola vicenda, che solo utopisticamente potrà mai non avere luogo, quanto in una duplice indifferenza-omissione: la prima, relativamente ai protagonisti della vicenda, che attaccano sull’apparenza della denuncia (la questione della pubblicazione su un sito internet, i presunti attacchi alla loro persona e così via) senza entrare nel merito dell’accusa, ovvero le tesi sopra riportate. In un paese normale basterebbe la metà delle intercettazione ascoltate per far cadere due teste.
In un paese normale, non in Italia.
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