Scolasticamente pubblica
Era calda la classe con il modesto calorifero che compiva al meglio il suo semplice dovere; il panorama non tradiva nessun giudizio estetico ma contemplava una marmorea vita che apparteneva al grembo del medesimo plesso.
Non ricordavo così tanti banchi in uno spazio altrettanto vasto: troppi anni sono passati e in questi anni si è pian piano modificata la prospettiva con cui filtro l’immensa quiete che mi è intorno.
Un attimo…. quiete? Non mi avevano forse detto che la prima era una classe molto confusionaria?
Stacco il mio spirito estetico e mi volto, finalmente, verso i banchi: vuoti; continuo il mio giro cervicale verso la cattedra: priva di registro! Mi incammino verso il centro smistamento informazioni presente al centro del Terzo Piano, Corridoio Lungo (il banco con due bidelle, NdR) che mi avvisano che la classe era uscita alle 12 e, di conseguenza, non era stata avvisata della presenza del sottoscritto, ad oggi supplente pro minimo tempore nella loro classe.
“Ah beh, iniziamo bene!” penso interdetto e, subito, dopo aver colloquiato con la vice preside, vengo indirizzato, supplente del supplente che alfin realmente supplisce, in un quarto dove, simpaticamente, mi accoglie uno studente della suddetta classe che, appena compreso il mio ruolo e con una pacca sulla spalla si rivolge a me dicendo: “In bocca al lupo”!
“Aridaje” continuo a pensare io!
Fortuna volle (con l’intercessione di Santi vari) che alcuni di loro, ovvero quelli che né sentivano l’I-POD, né giocavano col cellulare, ripassavano filosofia e così, con un discreto savoir-faire (si scrive così?) e qualche azione pedagogico-didattica improvvisata, supero anche questo esame, certo non ultimo!
Pensare poi che la giornata era iniziata con tre, dico 3, ore di buco e che prima che queste si materializzassero in un cappuccino preso in un limitrofo bar con sottofondo di Radio Rock, mi aveva accolto un ancora da correggere ortodonticamente sorriso al grido di: “PROOOOOFFFFFF! Sono la figlia della sua alunna del corso pomeridiano, all’altra scuola!”
Ecco, insegnamento familiare… che forza ragazzi!
Beh, domani assemblea…lunedì elezioni rappresentanti di classe più uscita didattica del terzo…. è questa la scuola pubblica? 😀
Ora che ci penso, mi piacerebbe tornare al caldo di quel calorifero ligio al dovere…
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