Tempo di primarie
Rispolvero, piacevolmente, un vecchio mio post di un incontro realmente accaduto, in data 29/03/2004, e messo in blog in maniera particolare, divertente direi….
Se una sera di primavera un viaggiatore…
…incontrasse Francesco Rutelli nella metro, cosa farebbe?
E’ quello che è successo a me questa sera, inaspettatamente peraltro.
“Ma sul serio? Il Francesco Rutelli, leader del partito della camomill…”
“Margherita, anche se l’effetto è lo stesso”
“Ma quello beffeggiato da Corrado Guzzanti? Metà Alberto Sordi metà amico di Berlusconi?”
“Calcolando che Alberto Sordi è morto e Berlusconi è al potere…. comunque sì, lui”
“Giura!”
“Sìsì, giuro. Sono salito a Termini e chi ti trovo? Proprio lui, alto e ‘bello’, un omaccione”
“..ma… hai parlato con lui? Che gli hai detto?”
“Certo che ho parlato con lui! …anche se non subito, temevo nell’elettorato metropolitano! Ho aspettato qualche fermata prima di quella dove sarei sceso e mi sono fatto avanti tra le sue guardie del corpo, esordendo con un «Buonasera, posso salutarla?»”
“E lui?”
“Lui sorridendo… come sempre… mi ha detto: «certo, certo…»”
“…..”
“…gli ho dato dell’imbecille….”
“Come?”
“Eh sì, ma non direttamente… ho provato a parlare un po’ di politichese anche se ho esordito con una battuta alla ‘Nanni Moretti'”
“Ovvero?”
“Ovvero… gli ho detto, dopo i vari permessi di rito… «Perchè non iniziate a fare una politica di sinistra?”
“Ahaha, e come l’ha presa?”
“Candidamente ha replicato: «Ma noi facciamo una politica di centro-sinistra»”
“Bhè, mi pare giusto…”
“Mah… io ho continuato e a questo punto arriva l’affondo!”
“Dimmi…”
“«Lo sa com’è il detto? Non parlare mai con un imbecille, la gente potrebbe non capire la differenza!» Lui fa un sorisetto sornione e compiaciuto, pronto a replicare nel suo ben strutturato linguaggio forbito politically-correct, ma io incalzo: «Direi che è finita l’ora delle concertazioni, ora bisogna cercare di fare qualcosa di pratico, di diretto, di sinistra». Infaticabile nel suo sorriso eccolo sbrodolare tante parole piene di senso comune, quello che trovi nei bar di periferia parlando di sport, tutti bravi a dire la loro frasetta che potrebbe mettere a tacere speculazioni sui massimi sistemi; eccolo parlare, all’interno della stessa frase, di artigiani e imprenditori, di sinistra e di destra, per fortuna per pochi secondi. Provo a fargli notare che proprio qua, nel caldo umido e soffocante della metro, ormai giunta quasi al capolinea, non ci sono solo professioni sindacalmente rappresentate, ma anche gente comune, giovani soprattutto che potrebbero avere voglia di vedere qualcosa di nuovo e soprattutto deciso.. qualcosa di sinistra, insomma.”
La storia, vera, trova qua il suo punto di arrivo. Pochi secondi dopo ero sulle calpestate scale della fermata di Giulio Agricola a contemplare queste poche righe attraverso le quali vi ho fatto partecipi di questo incontro del V tipo… quello con i politici.
“Così hai dato dell’imbecille (anche se non direttamente) a Rutelli…. ne sei pentito?”
Noto che il sorriso di Rutelli ha contagiato il mio volto: “No, direi proprio di no”
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