Grillo parlante
Curioso.
Pensavo, tornando a casa da una cena con dei colleghi di scuola, di scrivere un post su Beppe Grillo, anche mosso da un passo di un suo spettacolo ascoltato su Radio Rock.
Apro il pc, firefox come abitudine e leggo che il sempre caro Beppe è stato riconosciuto dall’autorevole rivista come uno dei 100 personaggi (con lui, è una donna, presidente di un’associazione anti-racket di Napoli, l’altra persona italiana) che più vengono apprezzati in europa poiché viene lodata “la loro infaticabile volontà di fare pressione sui leader politici ed economici mondiali, per trasformare in realtà la loro retorica sul commercio libero, la cancellazione del debito e gli aiuti” (da Repubblica.it).
Ne sono stato indiscutibilmente felice e neppure tanto sorpreso.
Sia perchè conosco da tempo Beppe Grillo, sia perché ho imparato a conoscerlo sempre meglio, in età di ragione (così sembra quella mia attuale), attraverso uno dei suoi ultimi spettacoli che ho acquistato via internet sul suo blog.
E’ triste, sebbene ormai abituale, che siano i comici a fare informazione e i politici, tanto per ribadire un common sense quanto mai vero, a farci ridere attraverso la loro pantomimica e tragicomica attività parlamentare.
Ancora più triste è, a mio avviso, lasciare che i comici continuino a farci ridere quando loro stessi denunciano con extrema ratio i mali dei nostri giorni.
“Ma che vi ridete?” chiedeva, con serietà, al pubblico di Roma, ormai in lacrime per il suo show. Già, cosa ridiamo e perché, visto che “qui c’è poco da ridere” (citando il buon Verdone)?
Ciò che persone come Beppe Grillo o la Sabina Guzzanti continuano a dirci, se le togliamo dall’alone comico che è il solo canale con cui queste informazioni possono giungere a noi, contengono dati precisi, pareri super-partes di commentatori esteri, visioni del mondo al di sopra di ogni logica interna di potere, profetiche (e non cassandriane) visioni del nostro futuro e incoraggiamenti a intraprendere e a percorrere la sempre presente terza via, strada possibile in cui vi è un’economia sostenibile, un ritorno alla questione ambientale e al sano utilizzo energetivo e quel manifesto etico di cui, ancora oggi, raffinati ideologi di partito vogliono proporci brutte copie.
Lo confesso: mi piacerebbe poter assistere ad uno spettacolo di Beppe Grillo dove la gente non ride, ma si indigna veramente; dove, alla conclusione dello spettacolo, non applaude ma si alza, penna in mano, per firmare petizioni per togliere i fantocci dal parlamento italiano.
Se non è cambiata, ancora, quella parte di costituzione ci vogliono 500.000 firme per chiedere un referendum. Possibile che non si riesce a fare con i soli appassionati, che penso superare questa quota, del nostro Grillo parlante e pensante?
Collaboriamo, come già molti stanno facendo, aggregandosi in gruppo, praticando un pensiero socialmente utile…
…e proviamo a cambiare questo mondo, prima che sia realmente troppo tardi.
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