Memoria
Oggi sono stata aperta, nuovamente.
Non conosco però le mani appoggiate sui miei battenti, ma vedo che sono mani diverse dalle altre; non sento più il sangue caldo che scorre lungo il legno proveniente dalle unghia delle loro dita nè tantomeno riconosco il battito disperato, che accompagnava quasi ogni fredda e buia sera, di quelli che separo dal mondo esterno.
Sono mani pulite, queste, che incuriosite tentano di farsi strada per vedere e capire.
Forse non avreste dovuto aprire questa porta.
Conservo lungo le mie venature immagini che nessun uomo potrebbe sopportare alla vista: bambini con gli occhi e lo sguardo di anziani, desiderosi tanto di interrompere la vita piuttosto che continuarla in questo stato; ho udito tanti, troppi colpi di fucile spezzare l’irreale silenzio di questa infame terra senza che nessuno di questi colpi sia stato sparato in aria.
Ho visto fiumi, di colore rosso vivo, sgorgare da innocue stanze e lunghe code che entravano in fabbricati da cui ne uscivano solo per confondersi tra le nuvole, sempre più grigie; ossa di uomini che neppure la forza di volontà più allenata potrebbe mantenere in piedi.
Proprio per questo vi chiedo di spalancare questa porta.
Solo fatelo piano, e mentre vi accomodate, passo dopo passo, in questo tempio di morte, calate l’elmetto dalla fronte e adagiatelo di fronte agli occhi, perchè quello che ho visto io voi non siete ancora pronti a vederlo, così, all’improvviso.
Vi chiedo di non battere contro di me la vostra disperazione: asciugatevi piuttosto le lacrime che bagnano incessanti i vostri volti che hanno perso ormai l’innocenza.
Ora tocca a voi, guerrieri di pace, che perdete i sensi e state male.
Ricordate.
La memoria è strumento per il futuro, non àncora del passato. Essa serve infatti per non dimenticare e per ricostruire.
Certo io non dimenticherò, almeno fino a quando questi cardini, arrugginiti e sporchi di sudore e lacrime, avranno la forza di tenermi sollevata.
Non dimenticherò quello che è stato e non fatelo neppure voi, che ora vi adoperate per mettere insieme, uno sopra l’altro, quanti più corpi possibili.
Io sono solo legno e servo a poco.
Voi, che non siete solo carne, fate in modo che ciò che è accaduto non si ripresenti.
Mai più.
Per sempre.
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